Salire strada del friuli per la seconda volta è nuovamente un misto di sensazioni del tipo " bon dai ragazzi, ci siam mangiati 'sto kebab, andiamo a farci un giro tranquillo verso barcola, magari raggiungiamo Max e moglie in dolce attesa per un bel toc" e "ok cazzo, partiamo, facciamola, forse non ce l'abbiamo nelle gambe o forse sì, sarà pure una "salitina" per i ciclisti veri ma rimane tosta per noi - io - neofiti delle salite".
Arrivo sotto la curva a gomito di contovello. Mi fermo, come la volta scorsa. La notte non è pece stavolta, la luce è ancora tutta lì ma non posso non pensare a quel tracciante di luce nel cielo stellato, dopo la salita nel buio più buio. Riprendo fiato, sto scoppiando. Il prof e Giacomo non si fermano. Tanto di cappello.
C'è lo spirito del "partiamo, andiamo, non stiamo a pensarci troppo". C'è il piacere di sorridere della fatica, dello spararsi di nuovo giù per strada per Opicina. E qui sì che torna il buio pesto, e l'adrenalina, e le curve pennellate, e le gambe che girano a mille....E non si può non tirare un grido di gioia mentre il vento ti schiaffeggia il volto e le labbra si aprono in un sorpasso provato, in un sorpasso subito. La bicicletta sembra essere questo: piacere di andare a 5 all'ora e chiaccherare, godimento di spingere fino a quando scoppia il cuore e le gambe sembrano staccarsi mentre la velocità pare prossima al muro del suono. Fermarsi, e bere una birra in un posto qualunque. La bici lì a fianco, bellissima come oggetto immobile, carica di un'energia pronta ad esplodere non appena si monta in sella.
Tutti quei giri di pedali, quella velocità, quelle curve, racchiuse in un oggetto esteticamente perfetto. Senza motori, senza chiavi, portiere, finestrini, radio, luci...
Grazie professore. Al tuo fianco, pedalare diventa un'avventura e ad ogni angolo non sai mai cosa ti gira per la testa. Sei capace di bere 4 guinnes ed essere più in forma di prima, spero di essere anch'io un cinquantenne così. Giacomo, non smetterò mai di ringraziarti per quanto riesci a farmi sentire spensierato, per ogni sorriso che mi regali, per la condivisione di questi momenti che ci piacciono così tanto, dove il muscolo urla, il fiato non perdona e la mente è libera, pronta a tutto, felice....
Questo è quello che speravo di ricevere dalla bicifissa.
Una meraviglia.